martedì 30 novembre 2010

Dire basta


Ti lascio. Ti ho amata così tanto, ma ora è arrivato il momento di dire basta. La nostra storia è alla fine, l'ho capito, e ti amo così tanto che non posso sopportare di vederci andare avanti così, in questa lenta agonia. E' meglio lasciarci subito, senza pensarci troppo, mettere adesso la parola fine a quello che siamo stati. Sarà dura, ma sono sicuro che sto facendo la cosa giusta.


Io penso che Mario Monicelli si sia detto più o meno queste cose ieri sera, pensando a sé stesso ed alla sua vita. Un uomo che decide di lasciare la vita a 95 anni, un uomo così lucido, così paradossalmente giovane e vivo, è come un uomo che lascia la sua donna dopo 50 anni di matrimonio. Dopo tanti anni la ama ancora come il primo giorno, ma si rende conto di averle dato tutto, e decide che è meglio dirle addio subito, piuttosto che andare avanti insieme ancora per un po' di tempo sapendo che alla fine, inevitabilmente, dovrà separarsi da lei.

Ma cos'è questo? Coraggio o paura? E' il coraggio di prendere una decisione ferma e decisa, di prendere in mano la situazione e fare ciò che ritiene più giusto, sapendo di non poter tornare indietro? O è la paura di affrontare le difficoltà, di combattere contro l'ultimo nemico, quello più forte e più temibile? E' la paura di non riuscire a sopportare una grande sofferenza ed una lenta separazione? O è il coraggio di dire basta proprio a ciò che ami di più al mondo quando capisci di non poterle più dare nulla?

giovedì 25 novembre 2010

Banksy mania




Vi è mai capitato di non aver mai sentito parlare di una persona, di un posto, di un fatto e poi, subito dopo averlo conosciuto, ve lo ritrovate continuamente davanti?
Un mesetto fa ero a Londra, e ho scoperto un artista che mi ha davvero colpito: Banksy. No, non lo conoscevo proprio, avevo visto qualche sua "opera" perché alcune sono molto famose, ma in modo distratto, senza farci caso più di tanto, e comunque non collegandola ad un preciso autore.
Ho iniziato a notare alcuni poster a Portobello, e Giorgino mi ha raccontato chi era questo Banksy. E cioè un genio... Alcune opere sono illuminanti, spiazzanti, alcune fanno riflettere sull'assurdità della guerra e di altre belle ingiustizie, altre hanno un'ironia  che trovo grandiosa. E poi, quell'idea di piazzare degli intrusi in mezzo ai quadri esposti nei musei e aspettare che passino giorni prima che qualcuno se ne accorga... meravigliosa. Per esempio questi:



















































E poi, da quel momento... ovunque. Bancarelle, poster, magliette, quadri, libri, qualsiasi cosa. Sì, a Camden Town ho addirittura fatto tirare fuori due quadretti al tizio che li vendeva, erano le sei e mezza passate e li aveva appena messi via... (sono questi qui sotto, che adesso sono a casa mia, uno di fianco all'altro). Ma non potevo tornare a casa senza...























Ah, dimenticavo... in una bancarella con soli gadget di Banksy, nascosta in un angolo delle "Stables", le vecchie stalle sempre a Camden Town, ho preso anche il libro illustrato con più o meno tutte le sue opere. Il primo libro d'arte nella mia grande libreria. Forse anche l'ultimo. Vedremo.

Poi torno in Italia, e pochi giorni dopo vedo un articolo sul sito del Corriere: parla di Banksy, spiega un po' chi è e cosa fa. Ma pensa un po', proprio adesso, mi fa quasi venire un po' di nostalgia di Londra, che avevo appena faticosamente archiviato. 
E ancora l'altro giorno, stavo leggendo La Stampa, come sempre. Sfoglio le pagine della cultura: sapete quell'articolone che c'è sempre nella cultura, quello grande, su due pagine? Ecco: Banksy. E' appena uscito un libro su di lui, in italiano.
Bene, a questo punto mi aspetto di trovare Banksy ospite da Bruno Vespa, mentre gli applica uno stencil sul plastico di Avetrana, oppure lo vedrò entrare nella casa del grande fratello. 
Perché quando inizia così, poi non ci si ferma più. Una bella canzone, vecchia, che non si sentiva da un sacco di tempo, e di colpo la sentite su tutte le radio. Una persona che non vedevate da tanto tempo, e nel giro di pochi giorni la incontrate mille volte. 
Sarà solo perché "dopo la prima volta" ci facciamo caso?

mercoledì 17 novembre 2010

Coincidenze



A volte ci sono cose che capitano proprio nel momento giusto. Prendete per esempio un ministro dell'interno. Un lunedì sera accende la tv e sente che dicono che la camorra e la 'ndrangheta sono fortemente infiltrate al nord, nel suo nord, e che molti politici locali, anche quelli del suo stesso partito, sono collusi con la criminalità organizzata. Eccolo, basito e incredulo, cercare un modo per difendersi, per dire che non è così, che loro la mafia la combattono, duramente, che nessun governo ha mai ottenuto tanti risultati come loro. Come fare?
Ma mentre si sta ancora chiedendo come difendersi, o come attaccare, ecco cosa succede, esattamente il giorno dopo.
Il secondo latitante più ricercato in Italia (latitante da più di 14 anni...), il capo dei Casalesi, viene arrestato in una brillante operazione. Un'ora dopo, lo stesso ministro, finalmente sollevato e raggiante, può dichiarare in tv che questa è "la differenza tra l'antimafia giocata ("giocata"?? io avrei detto "reale", "operativa", va beh...) e l'antimafia parlata".
Momenti di gloria.

Complimenti, sinceri, alla questura e alle forze dell'ordine che hanno lavorato duramente per ottenere questo risultato, che è in ogni caso positivo. E complimenti anche al ministro, per l'enorme dose di culo. Coincidenze...

mercoledì 10 novembre 2010

La scatola



Stamattina, in macchina, ascoltavo il podcast di una trasmissione di radio24, "Io sono qui" di Matteo Caccia. Raccontava di aver trovato in casa, nascosta sotto le piastrelle del bagno, una vecchia scatola con alcune lettere. Ha riproposto il vecchio giochino: "I cinque oggetti che metteresti in una scatola", le cinque cose che ti rappresentano di più. E allora ho iniziato a pensare a cosa avrei messo io, e probabilmente metterei questo:

- Le chiavi di casa di Planaval

- Una foto scattata durante una sagra in pro loco, con tutti gli altri

- Il medaglione di Saint Roch, quello a forma di alabarda con tutti i nastri attaccati

- La mia tesi di laurea su Morgex

- Le scarpe che uso per andare in montagna 

Questa è la mia vita, con questi pochi oggetti chiunque può capire chi sono e cosa ho fatto. Certo, è dura scegliere: come lasciare fuori una foto dei miei genitori, il mio libro preferito, il mio film preferito, alcuni ricordi di persone che hanno fatto parte di me,...

Ma questo giochino è interessante non perché ti fa pensare a cosa metteresti in quella scatola, ma perché ti fa capire cosa NON ci metteresti. 
Non ho messo niente che abbia valore economico.
Non ho messo niente che riguardi il mio lavoro di commercialista, e questo forse dovrebbe farmi riflettere...
Non ho messo niente che riguardi una ragazza, ma per lei, quando verrà, ci sarà il posto d'onore nella scatola.

E voi, cosa mettereste nella vostra scatola?

domenica 7 novembre 2010

Siamo alla frutta?


Saremo davvero alla fine del regime? Non ci spero troppo, però chissà... E dopo? Non nel senso se si andrà a votare, se ci sarà un governo "tecnico", ecc... io mi chiedo cosa ci sarà "dopo dopo".... Chi potrebbe guidare questo Paese? Sul lato destro del ring: di nuovo Lui? Il Fini che minaccia la fine del regno ma non vuole prendersene la responsabilità (perché invece non c'è nessuna responsabilità a far rimanere un Paese nel limbo per mesi e mesi e mesi...)? O Tremonti? E sul lato sinistro: il dormiente Bersani? Il nuovo Vendola? Prodi? 
Sei miseri nomi, e tra questi nemmeno uno è all'altezza. E un esterno, il Papa Nero? Draghi? Montezemolo? Marchionne?? Sì, va bene, ma ormai appena qualcuno dimostra capacità superiori alla media, in qualunque campo, lo si propone come possibile Presidente del Consiglio, come Uomo Nuovo, come l'uomo della Provvidenza. E ricordiamoci che proprio Lui è nato così, non abbiamo imparato nulla? E poi basta con l'antipolitica. Non dobbiamo trovare un Presidente che sia un "non politico", dobbiamo trovarne uno che sia un "buon politico". Non sono mai stato troppo d'accordo nel criticare i "professionisti della politica", anzi, interpretato in un certo modo credo che sia l'unica soluzione.  
E allora, l'unica speranza è la forza di reazione di questo Paese. La reazione/repulsione a questi sedici disastrosi anni. Una reazione che sia così forte da portare nelle posizioni di vertice quell'eccellenza che in Italia c'è, esiste, lavora ogni giorno ed ottiene grandi risultati in qualsiasi campo. Risultati che non conosciamo nemmeno, perché sui giornali si parla solo delle puttane del re, ma che ci sono. Ci sarà qualcuno in grado di far nascere e sostenere una vera forza di rinnovamento? 
Questo non vuol dire "rottamare" i vecchi per far posto ai giovani, come si dice a Firenze,  come non vuol dire aumentare le quote rosa, come non vuol dire mettere in lista qualcuno di colore per far vedere che siamo aperti e moderni. Vuol dire semplicemente scegliere le persone migliori. Ce ne sono tante. Per quanto non sembri, l'Italia è piena di "persone migliori". Il problema è che le persone migliori non scelgono di fare politica. 
Recuperare il significato vero dell'essere un politico, e cioè mettere a disposizione le proprie capacità e le proprie competenze nell'interesse della propria comunità. Convincere le persone migliori a farlo, e fare in modo che le persone peggiori ne siano escluse. E' l'unica soluzione possibile o il sogno ingenuo di un idealista?

p.s.
dopo aver scritto questo post, ho letto questo:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/08/dal-letame-nascono-i-fiori/75794/

forse un po' di speranza c'è davvero...

venerdì 5 novembre 2010

Nuova gestione




Perché dovrei scrivere un blog? Chi vuoi che lo legga? Non lo so, ma non voglio scrivere un diario. Quello che voglio è un'altra cosa, quello che voglio è.... aprire un bar. E in un bar ci si ritrova, ci si beve una birra, un caffè, e si chiacchiera.
Però a un bar bisogna anche dare un nome, come a un gatto. Perché "Bar Condicio"? Boh, doveva essere "Bar qualcosa", per forza... E mi è venuto in mente questo. Poi ho pensato che in fondo non ci stava poi così male, richiama in qualche modo la possibilità di esprimere diverse opinioni... insomma, per il momento mi piace così, poi si vedrà. Non è molto originale comunque, se non sbaglio c'era anche un programma tv che si chiamava così. 
E poi, in fondo, quanto durerà? Avrò voglia e tempo di continuare a scrivere? E' la solita mania di un giorno d'autunno pieno di buoni propositi, o diventerà un appuntamento immancabile con i miei amici più cari?
Come direbbe qualcuno... "Sai te?"