mercoledì 2 marzo 2011

Quando succedono certe cose, e si prova ad accettarle, per quanto sia possibile farlo, ci diciamo che le malattie possono capitare a chiunque, che queste belve non guardano in faccia nessuno, attaccano a caso, e non guardano l'età o il "curriculum" della loro vittima. Ti prendono e ti portano via, senza pensare al male che fanno a chi ti era vicino e adesso rimane da solo.
E invece no, cazzo. Abbiamo il diritto di urlare che non è giusto che funzioni così. Non cambia le cose, non le cambierà mai, ma non si può accettare serenamente che in un mondo in cui gli stronzi si raccolgono a grappoli, debba essere portata via una donna meravigliosamente dolce e gentile, con un marito che la adora, con due piccoli e splendidi bambini, una famiglia che non ha mai chiesto altro se non di poter vivere insieme e felici. Poche persone si meritavano, meno di voi, quello che vi è successo.
Mi dici che non si può augurare a nessuno che gli capiti una cosa del genere, neanche al proprio peggior nemico? No, mi dispiace, ci sono molte persone nel mondo a cui lascerei succedere quello che è successo a te, senza battere ciglio. "Si raccoglie quel che si semina", questa dovrebbe essere l'unica legge, il riassunto di tutte le religioni, di tutte le dottrine, e tu non avevi seminato questo, tu avevi seminato ben altro.
Non ti conoscevo bene, ma quando ci siamo frequentati in questi anni, al matrimonio di Victoria, a Una Morgex per giocare, quando sei venuta a trovarmi nel mio ufficio nuovo, o semplicemente quando ci si trovava per un caffè, in queste poche occasioni mi hai fatto capire che eri una piccola perla preziosa.
Ciao Giuly

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